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Comunicato Stampa 

 

RIPENSIAMO ALLA PEDEMONTANA

Sono ormai più di undici gli anni passati da quel marzo del 2003 in cui l'autostrada fu inserita nella legge obiettivo e più di dieci (febbraio 2004) quelli trascorsi dal momento della pubblicazione del progetto preliminare, approvato poi dal CIPE il 29 marzo 2006.
La realizzazione dell'opera avrebbe dovuto risolvere i problemi di mobilità dei cittadini e contribuire alla crescita dell'economia brianzola e lombarda.

L'approvazione del progetto definitivo, risalente al 6 novembre del 2009, è avvenuta a seguito di una intensa attività sviluppata dai tavoli territoriali a cui le amministrazioni comunali hanno partecipato con grande senso di responsabilità. Allo stesso modo dette amministrazioni si sono poste e comportate anche a seguito dell'approvazione, ponendosi l'obiettivo di ottimizzare il progetto e limitare i danni dovuti dal grande impatto ambientale e sociale dell'opera.

Un'opera che doveva essere finanziata solo in parte con soldi pubblici: su una spesa complessiva di € 4.115.000.000, il contributo statale previsto dal Piano Economico e Finanziario approvato unitamente al progetto ammontava a 1,25 miliardi di euro.
87 km. di autostrada, 70 km. di nuova viabilità provinciale e comunale e le compensazioni ambientali che avrebbero dovuto essere realizzati per gran parte con i soldi dei privati.

Ma il mondo è cambiato. La grande crisi economica ha portato con sé non solo una riduzione del traffico (una delle principali voci delle entrate previste), ma anche una profonda crisi della stessa società Pedemontana.

I cantieri sono partiti ed i soldi sino ad ora spesi sono quelli dello Stato. I gruppi bancari presenti in Pedemontana si guardano bene dal versare la loro parte, disattendendo l'impegno contrattuale assunto.

Sono falliti miseramente i tentativi della Provincia di Milano (azionista di maggioranza attraverso le partecipate ASAM-Serravalle) di recuperare liquidità attraverso la vendita delle azioni della stessa Serravalle. Così come è fallito il collocamento sul mercato del 43% di azioni da parte della stessa società Pedemontana.

L'attuale capitale disponibile (pari a 300 milioni) non basta né a ottenere nuovi finanziamenti bancari, né a completare la cosiddetta variante Expo (lotti A, B1 e B2). E qualora venissero miracolosamente racimolati, ormai non si riuscirebbero a completare queste tratte in tempo utile per l'avvio dell'Esposizione universale di Expo 2015.

Insomma, ci si sta avviando ad un colossale fallimento: un'opera sovradimensionata con scarse se non nulle risorse per poterla realizzare.

Siamo arrivati a questo punto nel pieno disinteresse ed imbarazzante silenzio dello Stato e della Regione.
Stato e Regione costituiscono le due metà di CAL (Concessionaria Autostrade Lombarde) che ha appaltato a Pedemontana la realizzazione dell'opera.

Le azioni di Serravalle sono state trasferite dalla Provincia di Milano alla Regione Lombardia, pertanto le sorti della società autostradale non potranno trovare indifferente l'amministrazione regionale che, per altro, si trova in una grave situazione di conflitto di interessi, trovandosi nello stesso tempo nel ruolo di concedente e concessionario dell'opera.

Le amministrazioni comunali hanno già espresso la loro totale contrarietà rispetto all'ipotesi di non realizzare più unitariamente il progetto (autostrada, opere complementari e connesse e compensazioni ambientali), costruendo in via prioritaria il tracciato autostradale e subordinando al reperimento di risorse il completamento delle altre opere.

La realizzazione per tratte e del solo nastro autostradale causerà problemi (spostandoli di tratta in tratta) innalzando a livelli inaccettabili traffico ed inquinamento nei nostri comuni.

Così come esprimiamo grande contrarietà all'eventuale defiscalizzazione dell'opera che non farebbe altro che sottrarre risorse pubbliche regalandole a chi, in questo momento, sta disattendendo gli impegni assunti. Oltre al danno, ci sarebbe la beffa nel vedere che, a fronte di un regalo alle solite banche, ai comuni viene imposto il rigore del Patto di Stabilità e data come scelta obbligata per il mantenimento di servizi offerti il mantenimento di una pressione fiscale e tributaria non più accettabile.

Con lo stesso senso di responsabilità che ci ha contraddistinto in questi anni chiediamo che si prenda atto dello stato di crisi e si esca da questa strada senza uscita.

Si concluda la tratta A e si utilizzi questo anno in cui si svolgerà Expo, alla cui riuscita non contribuirà la cosiddetta Variante Expo, per ridiscutere insieme tutto il progetto dell'arteria autostradale.

Siamo interessati a ricercare col Presidente della Regione Lombardia, a cui sollecitiamo un incontro urgente allo scopo, una soluzione che serva ad evitare ferite laceranti al territorio e che, allo stesso tempo, eviti lo spreco di denari pubblici.
Una soluzione più utile, meno impattante e meno costosa.

I Sindaci dei Comuni di:

  • Barlassina
  • Biassono
  • Bovisio Masciago
  • Cesano Maderno
  • Desio
  • Lentate sul Seveso
  • Lissone
  • Macherio
  • Meda
  • Seveso
  • Vedano al Lambro
  • Vimercate
 

Lissone, 17 luglio 2014

 

 
 
 
Ultima Modifica: 31/10/2022