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Il VANGELO secondo le SCHEGGE: da ordigni di morte a messaggi di speranza

 
frammento locandina

Inaugurazione mostra sabato 28 febbraio 2015 ore 17.30

Nell'ambito della manifestazione "ERAUNANOTTE, memorie della grande guerra", proponiamo una mostra di opere eseguite con frammenti di residuati bellici.

L'autore è un prete vicentino, Don Adriano Campiello, che, oramai da molti anni, trasforma schegge di granata e altri residuati bellici in manufatti artistici che parlano di speranza, pace e fraternità.

 

Luogo dell'evento:

Biblioteca Civica - Sala Polifunzionale (2° piano)

 

Data e orario:

28 febbraio -14 marzo 2015
Visitabile negli orari di apertura della biblioteca:
Martedì - Venerdì 9.30 - 12.30;  14.00 - 18.30
Sabato 9.30 - 12.30;  14.00 - 17.30
Lunedì: chiusura

 

L'AUTORE E LA SUA ISPIRAZIONE

"Nel mio piccolo, ho realizzato quanto diceva il profeta Isaia: "Forgeranno le loro spade in aratri, le loro lance in falci ( cfr Is 2,4)."

Si presenta così Adriano Campiello e così presenta le proprie opere:

strumenti di guerra che parlano di pace;
strumenti di morte che parlano di vita;
strumenti di orrore che parlano di bellezza;
strumenti di odio che parlano d'amore.

Adriano Campiello è nato a Vicenza nel 1936.
Per oltre vent'anni è prima coadiutore e poi parroco a Posina, alle pendici del Monte Pasubio.
E' proprio questa montagna il primo motivo d'ispirazione per le sue SCHEGGE.
L'amore per i monti e per le lunghe passeggiate conducono don Adriano ad "incontrare" i tragici segni lasciati dai terribili scontri e dalle interminabili ore di trincea durante la prima guerra mondiale.
Siamo nel marzo 1918 quando cinquantamila chilogrammi di esplosivo vennero fatti detonare nel Dente Italiano provocando la morte di centinaia di persone e lasciando sui luoghi di battaglia grandi quantità di materiale bellico.

Don Adriano fu colpito e attratto da questi materiali, reliquie ferrose che cominciò a raccogliere, dapprima con l'intento di documentare quei tragici fatti, poi, con l'idea di ricavarne degli oggetti.
Era il 1968. Nel tempo, don Andriano ha realizzato duecentocinquanta opere oggetto di circa centosettanta esposizioni.
Ogni sua opera nasce con il minor numero di schegge possibile: è la scheggia che parla, non l'autore.

LE SCHEGGE

I materiali utilizzati da don Adriano appartengono solo alla prima Guerra Mondiale. Per anni nascoste dalla terra intrisa di sangue, le schegge sono intatte, così come generate dalla guerra. Sono schegge di granate, bombe, fucili, elmi; selezionate, ordinate e studiate nelle linee e nelle forme. Inizialmente prive di una propria identità, poi sono guardate, osservate, studiate dall'artista e infine accordate e associate secondo la sua sensibilità.
Don Adriano legge ogni singolo elemento e lo riporta a nuova vita. Nessuno dei frammenti impiegati è modificato. L'intervento dell'autore è nell'accostamento compositivo e nella saldatura, nulla di più. Le sue composizioni sono oggetti tragici soprattutto nella materia, sono resti di oggetti che hanno ucciso. Le schegge sono ciò che rimane di strumenti di morte.

IL MESSAGGIO

Proprio da qui prende avvio l'opera di don Adriano. Le sue schegge vanno meditate, sono un invito alla riflessione sugli errori-orrori del passato che ancora oggi si ripetono. Ma da ciò che ha seminato morte può germinare nuova vita.
E' con questa prospettiva che don Adriano continua a comporre le sue schegge: "Strumenti di morte che parlano di vita, strumenti di orrore che parlano di bellezza, strumenti di Dio che parlano d'amore. Un poema sinfonico dove concorrono ferro e cuore, guerra e spirito di pace".

A cura di:

Circolo Culturale e Sociale Don Bernasconi
La mostra è in collaborazione con il CAI e Gruppo Alpini - Lissone

Ingresso libero.

 
 
Ultima Modifica: 31/10/2022