WARNER - Retrospettiva a cinque anni dalla scomparsa

 Warner è il nome con cui Vilmo Galimberti (Lissone 1944- 2006) ha sempre firmato le sue opere e con cui si è presentato al pubblico in mostre e concorsi. La sua passione per la pittura ha trovato sollecitazioni e strumenti prima alla scuola di Gino Meloni, presso la Famiglia Artistica Lissonese, poi nella frequenza dello studio del milanese Giampiero Maggi, quindi nelle sollecitazioni del pittore viareggino Giorgio Michetti. Da questi rapporti Warner trasse importanti insegnamenti, acquisendo dalle poetiche di ciascuno di questi artisti stimoli significativi, sia nell'uso del colore che nell'approccio ai temi, soprattutto del paesaggio.

 La sua forza espressiva matura nel rapporto diretto con la pittura cui si accostano e si integrano nel tempo anche il collage e altre tecniche, mediante le quali legge e interpreta ciò che lo circonda in un turbinio di colori e di segni. La sua narrazione non è mai figurazione pura, ma intreccio di realtà e visione attraverso cui esprimere il senso profondo della sua visione del mondo. La luce, lo spazio e il colore sono i veri protagonisti della sua opera, che riassumeva nell'affermazione "il colore è la gioia della mia vita".

Il percorso espositivo di Warner ha inizio nel 1983 con la prima personale nel Chiostro antico di Thiene, nel vicentino. Numerose sono poi le mostre tenute in Brianza negli anni seguenti e in Sardegna dove riscuote un particolare successo con le sue vele e la rappresentazione dei piccoli borghi che affacciano sul mare.

Di particolare rilievo fu la rassegna proposta nel 2004 presso la Kessler Collection di Savannah in Georgia, negli Stati Uniti.